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news
febbraio
2017
IL MEETING STEA 2016
I PARTNER TECNICI DEL CONVEGNO
tutta la copertura, il secondo è un fenomeno lo-
calizzato sui giunti tra i pannelli isolanti applicati
sui tetti.
La reptazione, che è il primo flagello che interes-
sa i manti impermeabili, è quindi un problema
che si manifesta quando gli strati non sono soli-
dali tra loro.
Oltre a questo fenomeno fastidioso e destabiliz-
zante, ce n’è un altro da non sottovalutare: la cat-
tiva stabilizzazione dei pannelli isolanti, una situa-
zione dovuta al fatto che, spesso, ci si dimentica di
eseguire sia il fissaggio meccanico, sia la verifica di
calcolo della resistenza al sollevamento.
Vassanelli ha poi proseguito evidenziando una
situazione nociva eppure frequente nei rifa-
cimenti di vecchi manti impermeabili
: cioè il
fatto che spesso si cerca sempre di valutare l’op-
portunità di evitare onerose demolizioni. Tut-
tavia, prima di mantenere il vecchio manto, è
necessario verificare lo stato di conservazione e
l’eventuale presenza d’acqua imprigionata tra gli
strati e dovuta ad infiltrazioni e condense, spesso
per mancanza della B.V.
Quando è possibile, quindi, evitare la demoli-
zione del manto?
Se il vecchio manto è considerato in buono
stato
(cioè le membrane sono ancora coese al
supporto, non ci sono fenomeni di reptazione,
il pannello isolante non è «sfondato», la posa è
stata effettua correttamente, il manto ha meno
di 20 anni….)
sarà possibile evitare la demoli-
zione e si potrà andare in sovrapposizione con
un nuovo strato impermeabile
(anche in unico
strato) senza particolari accorgimenti, ma avendo
l’accortezza di scegliere la membrana con le ca-
ratteristiche idonee (essendo a vista è preferibile
che sia con protezione e con armatura stabilizzata
con fibre di vetro longitudinali).
Se il manto è appena stato eseguito ma pre-
senta difetti
dovuti alla presenza di acqua im-
prigionata sotto il manto, sarà possibile sanare
la problematica semplicemente prevedendo la
messa in opera di esalatori (1
ogni 50 mq circa) fino al com-
pleto asciugamento.
Una volta asciugato il suppor-
to, gli esalatori potranno esse-
re rimossi ed il foro potrà es-
sere coperto con una «pezza»
di membrana per ripristinare
l’impermeabilità del manto.
Se il vecchio manto è consi-
derato in buono stato ma si
prevede una leggera
(spesso
probabile)
presenza d’acqua
(cioè le membrane sono an-
cora coese al supporto, non ci
sono fenomeni di reptazione,
il pannello isolante non è «sfondato», la posa è
stata effettuata correttamente, il manto ha meno
di 20 anni….) sarà possibile evitare la demolizio-
ne e si potrà andare in sovrapposizione con un
nuovo strato impermeabile in unico strato, con
membrane termoadesive specifiche.
L’ingegnere ha poi concluso illustrando le
mem-
brane adesive
e spiegando le condizioni neces-
sarie per la posa, ovvero: la pressione mediante
rullatura su superfici regolari, il fissaggio mec-
canico dei teli e quello per qualsiasi pendenza,
specifico, in particolar modo, per le membrane
sottotegola.
Infine, sono state illustrate le
varie tipologie
di membrane adesive
, distinte in tre gruppi in
base al sistema di incollaggio e al piano di posa
su cui aderisce la membrana; è stato quindi pos-
sibile differenziare le
membrane autoadesive
,
che non hanno bisogno di fiamma, da quelle
au-
totermoadesive
, che richiedono l’ausilio della
fiamma indiretta e da quelle
termoadesive
, che
hanno bisogno della fiamma per attivare la me-
scola adesiva.
Il secondo intervento
, invece,
è stato tenuto
dall’Arch. Matteo Pontara di Naturalia-Bau
,
che ha parlato di isolamento dell’involucro
edilizio con materiali naturali ed ecocompati-
bili,
passando in rassegna diverse soluzioni effi-
caci per isolare le strutture degli edifici e aumen-
tare, quindi, la prestazione energetica, il comfort
abitativo e la salubrità degli ambienti.
Pontara ha spiegato l’importanza di investire
nelle strutture
, soffermandosi, in particolare, sui
problemi climatici che oggi riguardano anche i no-
stri paesi, basti pensare alla sempre maggior fre-
quenza di fenomeni come uragani e cicloni.
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